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Se già hai letto altri miei post, avrai notato quanto spesso io insista sull’importanza del processo creativo che una mappa può attivare, più che sul suo valore intrinseco.
Il problema della “correttezza” di una mappa sorge invece quando, un po’ forzando questo principio o derogandolo, ci si pone l’obiettivo di una rappresentazione precisa, dettagliata, chiara, univoca di una realtà oggettiva: in questo caso l’aspetto evocativo (apparentemente, ma… di questo parleremo in un altro post e questa dissertazione ne è solo un’anteprima) passa in secondo piano.
In primo piano si colloca invece la “precisione della rappresentazione”.
Detto questo, il titolo “Le 12 mappe peggiori di sempre” di un articolo scritto sul Corriere della Sera forse ne parla con un po’ troppa enfasi, ma l’ho trovato simpatico e ve lo propongo per quello che è: un divertissement, magari da godere sotto l’ombrellone 🙂
Attendo i tuoi commenti 😉