Le mappe mentali: come condividerle e… cosa c’entra la Guernica di Picasso?

(Tempo di lettura 2min)
Mappe mentali e Guernica - Il potere dell'evocatività

Nel mio ultimo corso sulle mappe mentali e sul visual thinking un partecipante mi ha chiesto “Alberto, a me piace molto disegnare mappe mentali: ho imparato a crearle, le trovo divertenti, vedo che mi aiutano a chiarire le idee, a svilupparle in un attimo, ma… non riesco a utilizzarle con altri: quando le mostro, le trovano incomprensibili! Forse le disegno in modo sbagliato? Come posso migliorare?

Quando mi vengono fatte domande simili, spesso parlo della Guernica di Picasso, per far capire come una mappa grafica possa veicolare un messaggio importante e utile, anche quando non ha una precisa struttura.

Cosa avviene nella mente di chi consulta una mappa mentale

Spesso si pensa che le mappe servano solo “per spiegare” e che quindi debbano sempre “dare risposte”, ma… in certe occasioni è molto più importante che una mappa mentale aiuti a fare domande, a entrare in contatto col pensiero dell’autore, per sviluppare una propria idea personale.

Tornando alla Guernica, certo non possiamo sapere con precisione assoluta cosa passava per la mente di Picasso mentre la dipingeva, ma possiamo essere certi che non intendeva descrivere in modo chiaro, preciso e rigoroso dei concetti: in tal caso, infatti, avrebbe utilizzato del testo per scrivere un romanzo, un saggio, oppure un articolo su un giornale.

L’obiettivo di Picasso non era codificare un messaggio e neanche di comunicare, ma… trasmettere un sentimento e rendere partecipe lo spettatore, attraverso l’evocazione.

Per questo ha scelto un’altra soluzione: provocare, coinvolgere, usando immagini che suscitassero domande e che inducessero a cercare risposte personali.

Questo video trovo sia molto utile per capire cosa intendo:

Per creare mappe mentali bisogna essere artisti o abili disegnatori?

La risposta ovviamente è no e… la domanda è solo provocatoria!

Il punto è: a che scopo crei una mappa mentale?

Se ti serve per comunicare, per descrivere, per chiarire, dovrai disegnare mappe mentali curando l’espressività, mettendoti nei panni di chi la consulterà, affinché possa comprendere i legami tra gli elementi principali e quelli di dettaglio.

Se invece ti serve per attivare un dialogo con il tuo interlocutore, per scuoterlo e aiutarlo a farti domande, è possibile che una mappa mentale “troppo chiara e rigorosa” non sia di aiuto, e che sia preferibile una mappa più “vaga ed artistica”.

Rispondendo alla domanda iniziale del mio corsista, potrei dire che

  • non esistono mappe “sbagliate”, perché tutte ti sono utili per chiarire le idee
  • il segreto per migliorare nel disegno di mappe mentali è uno solo: di volta in volta  scegliere la modalità più adatta a seconda dell’obiettivo che desideri raggiungere.

Su questi punti insisto molto nei miei corsi, perché sono concetti che stanno alla base del mapping e che permettono di utilizzarlo al 100%.

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