Il vocabolario come strumento organizzativo


Riporto qui sotto la citazione da un testo classico, che bene illustra come in un contesto i termini utilizzati influenzino l’interpretazione delle situazioni in modo determinante.
Che lo si voglia o no, il vocabolario è dunque uno strumento organizzativo a tutti gli effetti.

Le parole dovettero cambiare il loro significato ordinario e assumere quello che ora veniva loro attribuito.
La temerarietà incauta giunse ad essere considerata il coraggio di un alleato leale.
L’esitazione prudente era divenuta viltà speciosa.
La moderazione era ritenuta un pretesto per pusillanimi.
La capacità di vedere tutti i lati di una questione, era considerata inettitudine ad agire in base a uno qualsiasi di essi.
La violenza frenetica considerata attributo della virilità.
La cospirazione sospetta, divenne un mezzo giustificabile di autodifesa.
Chi era fattore di estreme misure era sempre degno di lode, il suo oppositore un uomo da sospettare…

Testo dello storico greco Teducide
citato da White J.B. (1994), “Justice as translation” – Ed. University of Chicago Press

La proposta

Per riflettere sull’importanza della terminologia organizzativa, individua nel tuo contesto alcune parole chiave, fortemente caratterizzanti e (anche per questo) utilizzate frequentemente. Rifletti sull’importanza di padroneggiarne il significato e sul modo in cui questi termini vengono “trasmessi” e “acquisiti”.

Individua poi alcuni “neologismi” che sono stati di recente introdotti e rifletti sulle ripercussioni derivate dal loro utilizzo (ad es. “spread”, che viene utilizzato per indicare la differenza tra la valutazione dei titoli di stato italiani e quelli di altri paesi, ma anche per stigmatizzare le problematiche relative alla credibilità internazionale e alla solvibilità del sistema paese).

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