Se cerchi in internet come si progetta e si scrive una Vision o una Mission , troverai tantissimo materiale: ti spiegherà cosa sono, come devono essere scritte, come si possano elaborare, come devono essere allineate, come vadano comunicate in modo efficace.
Il focus in letteratura è quasi sempre sui termini, sulle parole da utilizzare, oppure sugli slogan.
Per questo ho voluto aprire il post con l’immagine in copertina e vorrei commentarla in breve.
Un esempio di Vision visuale
Non trovi anche tu sia una bellissima Vision e un ottimo esempio di come sia possibile veicolarla?
Questa immagine proviene dal sito di Brenna Quinlan: un’Artista Australiana impegnata nelladifesa dell’ambiente e della collettività, attivista nell’ambito della promozione della permacultura, che utilizza le immagini per veicolare idee e per smuovere le coscienze. Si definisce “Permaculture illustrator, educator, mover, shaker” e ti invito a visitare il suo sito web.
Trovo letteralmente illuminante questa immagine, oltre che per il contenuto del messaggio che riguarda una “prospettiva post Covid-19” (che condivido in pieno), anche perché è un esempio formidabile di come sia possibile elaborare e veicolare una Vision visuale.
Ti invito a riflettere sul fatto che, davanti a un’immagine così evocativa, i processi mentali si attivano e le associazioni di idee nascano spontaneamente.
Il contenuto è importante e viene potenziato dalla possibilità di proiettare sulle immagini dei significati, di cogliere risonanze interiori, di attivare idee che non sono esplicitate, ma che pure sono presenti: è il potere dell’evocatività.
Ultimo ma non ultimo: il disegno attiva aree cerebrali connesse con la memoria e con la creatività (ne parlavo in questo post) quindi lo stesso processo creativo della definizione di una Vision (o di una Mission) può essere facilitato dall’uso di colori, pastelli, pennarelli, dal tratto grafico, dal gesto compiuto nel disegnare.
Disegnare aiuta a pensare, a riflettere, a essere creativi: ci hai già provato?
Ti ringrazio per la condivisione su questi canali ! :-)
delle problematiche emerse in molte realtà scolastiche con l‘introduzione della Didattica a Distanza (DAD), facendo riferimento in particolare all’utilizzo in emergenza di piattaforme online (1a parte).
La necessità di trovare soluzioni in tempi rapidissimi e in una situazione estremamente fluida ha portato alcune storture, che devono essere considerate per la proposta didattica nelle Fasi 2 e 3
di un approccio che prevede tre fasi di implementazione per un Ambiente di Apprendimento OnLine, che consenta di affrontare il problema in termini di analisi, consapevolezza e condivisione (2a parte).
Le mappe mentali e il Visual thinking per la preparazione, l’allestimento e la gestione degli ambienti di apprendimento online
Facendo riferimento ai tre assi (Preparazione, Allestimento, Gestione delle prassi) utili per integrare la didattica online a quella in presenza, chi ha partecipato a uno dei miei corsi avrà intravisto di certo la possibilità di rielaborare velocemente quella checklist in una vera e propria WBS di progetto, mediante mappe mentali.
Il suo risultato è l’implementazione di una soluzione tecnologica, che incroci davvero le questioni organizzative e didattiche.
Per portare a termine con successo un lavoro come questo, il pensiero visuale (ad esempio, l’uso delle mappe mentali e della kanban board) può essere uno strumento molto utile, perché:
aiuta le scuole e gli enti di formazione
a formulare soluzioni in modo collaborativo
ad accorciare i tempi di qualsiasi sviluppo progettuale
a migliorare l’integrazione tra le fasi e all’interno di ciascuna di esse,
a controllare visualmente
sia i progetti nelle fasi di Preparazione e di Allestimento
sia i processi nella fase di Gestione delle Prassi
aiuta i docenti
ad adattare le modalità già consolidate in passato
a introdurre nuove soluzioni didattiche (ad es. si prestano bene la Flipped classroom, gli Episodi di Apprendimento Situato – EAS e il Jigsaw Cooperative Learning)
a organizzare le attività in modo organico e funzionale, tenendo conto sia del dettaglio, sia del quadro generale
permette agli studenti
di avere un quadro chiaro con cui organizzare il tempo e le attività da svolgere
di applicare l’apprendimento significativo
di acquisire preziosi strumenti meta-cognitivi che saranno utili sia nel corso degli studi, sia nel prosieguo lavorativo.
Può trattarsi dunque di una vera e propria opportunità, nella quale l’innovazione didattica si intreccia con l’impellente necessità delle scuole di dotarsi di Ambienti di Apprendimento OnLine efficaci, funzionali e rispettosi dell’ergonomia cognitiva, sia degli studenti, sia dei docenti.
Approfondimenti
Per approfondimenti e contestualizzazioni, ti rinnovo l’invito a un confronto diretto: trovi QUI i miei riferimenti di contatto.
Se vuoi consultare gli altri due post della serie, li trovi qui:
delle soluzioni per la Didattica a Distanza (DAD) adottate durante la Fase 1 dell’emergenza Covid-19 presso molte scuole, che a volte consistono solo nell’adozione di una piattaforma online, sulla quale caricare il materiale didattico e interagire con gli studenti
di alcuni problemi connessi con l’utilizzo di questi Ambienti di Apprendimento OnLine , che presentano varie difficoltà, configurandosi come veri e propri ambienti online di tipo implicito
della necessità di un approccio che non sia “emergenziale” per l’implementazione delle soluzioni di Formazione Blended terminata la Fase 1 del Covid-19.
In questo post vorrei fornire alcuni suggerimenti per allestire Ambienti di Apprendimento OnLine, con l’aiuto di strumenti di Visual thinking (a partire dalle mappe mentali e dalla kanban board).
Un approccio in tre step per definire una checklist
Integrare la didattica convenzionale e quella online non è mai semplice, men che meno in una situazione emergenziale come la Fase 1 Covid-19.
In questo frangente l’adozione di una piattaforma online (ad es. Google Classroom/Meet, Microsoft Teams for Education, oppure le sezioni di distribuzione dei compiti dei vari registri elettronici) in molte realtà scolastiche è parsa:
per un verso, un’ottima soluzione DAD: completa, efficace, accessibile attraverso il web , a basso costo oppure gratuita
per l’altro, anche l’unica praticabile, poiché già disponibile, in buona parte configurata e semplice da utilizzare per tutti.
La carenza di integrazione tra gli strumenti tecnologici e le metodologie però ha portato presto molti problemi, tanto agli studenti e ai genitori, quanto agli stessi docenti nella gestione delle attività didattiche.
A tutti è diventato evidente come la didattica a distanza non funzioni, se ci si limita a mettere a disposizione video, documenti e link; non basta neanche presentarli e contestualizzarli in diretta streaming, se questo ad esempio non rispetta i diversi stili cognitivi degli studenti, se non tiene conto del digital divide, oppure del carico di studio settimanale.
Un ragionamento che vada oltre l’emergenza deve proporre soluzioni che:
consentano di supportare e attuare le metodologie didattiche
rispettino le autonomie scolastiche e le specificità disciplinari
tengano conto dei vincoli di contesto.
In tal senso può essere utile individuare tre Marco-Fasi progettuali nello sviluppo di un ambiente di apprendimento online, come fossero assi portanti di un’ideale checklist:
Fase di Preparazione, nella quale ad esempio si formulano e si attribuiscono i ruoli, si individuano le soluzioni tecnologiche e di interazione tra docenti e studenti, si definiscono gli standard formali per le attività didattiche.
Tra le varie cose, nella preparazione si predispongono le modalità per:
produrre, raccogliere e mettere a disposizione i materiali digitali
descrivere le attività didattiche che gli studenti dovranno svolgere
svolgere le attività collegiali
gestire eventuali situazioni problematiche
comunicare in modo efficace e omogeneo, sia in diretta, sia nella messaggistica
…
Fase di Allestimento, in cui ad esempio viene approntata la soluzione online, si formano i docenti alle soluzioni tecnologiche e didattiche, si predispone il servizio di supporto e di miglioramento continuo, si preparano gli studenti e i genitori per la corretta fruizione della didattica OnLine.
Tra le varie cose, nell’allestimento:
si configura la piattaforma creando appositi spazi protetti per le classi, le materie, i gruppi di studenti
si creano gli account individuali e di gruppo, sia per i docenti, sia per gli studenti
si scrivono o registrano i tutorial per l’utilizzo corretto dell’ambiente di apprendimento
…
Fase di Gestione della prassi, nella quale l’Ambiente di Apprendimento viene impiegato per allestire i corsi, svolgere le lezioni, effettuare le verifiche, integrando attività in presenza con attività online.
Tra le varie cose, nella gestione della prassi:
si carica il materiale didattico online
si tengono le lezioni con streaming oppure con video-conferenza
si attribuiscono compiti e si registrano gli esiti
si gestiscono le segnalazioni di problemi e difficoltà, aggiornando la base di conoscenza condivisa
….
Uno studio di questo tipo, se realizzato da un team che operi con logiche collaborative, costituisce un importante percorso di consapevolezza e di condivisione.
Chi ha partecipato a uno dei miei corsi intravvede di certo la possibilità di rielaborare velocemente una checklist come questa in una vera e propria WBS di progetto, mediante mappe mentali.
Il suo risultato è l’implementazione di una soluzione tecnologica, che incrocia davvero le questioni organizzative e didattiche.
Approfondimenti
Per approfondimenti e contestualizzazioni, ti rinnovo l’invito a un confronto diretto: trovi QUI i miei riferimenti di contatto.
Nei prossimi post darò vari suggerimenti perl’utilizzo delle mappe mentali e della kanban board, come strumenti di visual thinking per affrontare questa situazione .
(… segue la parte 3/3 )
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In tempi di emergenza Covid-19 la Didattica a Distanza (DAD) è entrata di prepotenza nelle case degli italiani.
Per molti insegnanti significa:
caricare dispense PDF su una piattaforma OnLine (o peggio, sul registro elettronico), affinché lo studente possa scaricarle, stampare e studiarle
indicare link a pagine web o video, con l’invito di consultare e riflettere
mettere a disposizione lezioni video-riprese, nelle quali dare accenni o scendere in dettagli
somministrare batterie di test, con le quali emulare il “compito in classe” o la verifica orale
inviare email di pro-memoria per fasare periodicamente le attività oppure per integrarle
andare in streaming online, per presentare argomenti o dialogare con gli studenti.
e… svolgere queste attività (tutte, o solo alcune) sta diventando la normalità: trascorsa ormai la Fase 1, anche il mondo della scuola sta andando a regime con le soluzioni adottate, si stanno consolidando prassi, quasi l’insegnamento e l’apprendimento a distanza fossero diventate una variante dello Smart Working.
Dunque… è tutto Ok? Forse no…
Tutto questo non sarebbe un problema, se si fosse consapevoli di un fatto: che le modalità d’uso degli strumenti online in ciascun istituto scolastico stanno configurando veri e propri Ambienti di Apprendimento OnLine impliciti, laddove sarebbe invece necessario predisporre con grande attenzione i contesti di apprendimento e le modalità di integrazione con le prassi didattiche.
Spesso il discorso sugli Ambienti di Apprendimento OnLine è stato limitato alla scelta di una soluzione online e la riflessione si è esaurita con l’attivazione di una certa piattaforma (oppure di un certo registro elettronico), nella ingenua convinzione che, scegliendone una “di punta” e possibilmente gratuita, questa bastasse a trasfondere buone prassi didattiche e realizzare corrette dinamiche comunicative.
Certo la situazione di piena emergenza Covid-19 richiedeva decisioni e azioni veloci ed erano tollerabili imprecisioni: ciascuno ha fatto del proprio meglio e ha gettato il cuore oltre l’ostacolo.
Spero però che questo approccio emergenziale possa lasciare il posto nel nuovo Anno Scolastico 2020-2021 a uno più consapevole, robusto, raffinato e attento alle problematiche dell’apprendimento, come auspicano tanti genitori.
Il lungo passo, dalla DAD a una Formazione Blended avanzata
La Ministra della P.I. Azzolina di recente ha indicato una soluzione per il rientro in classe da Settembre 2020 , con un’alternanza di momenti nei quali metà classe seguirà le lezioni in presenza, l’altra metà a distanza.
Quella che si prefigura non è quindi una Formazione Blended classica, nella quale tutti i partecipanti seguono contemporaneamente un percorso in parte OnLine e in parte OffLine; si tratta piuttosto di una “Formazione Blended avanzata”, nella quale le due dimensioni devono necessariamente intrecciarsi e integrarsi.
Questa soluzione presenta varie opportunità e incognite e una sola grande certezza: che sarà necessario dedicare del tempo per pensare come impostare l’Ambiente di Apprendimento, sia a integrare le attività in presenza con quelle a distanza, sia a valorizzarle reciprocamente.
Non sarà facile considerato che, al termine di questo anno scolastico, di certo molte prassi saranno già consolidate e su queste dovranno essere innestate ancora altre soluzioni tecnologiche e metodologiche.
Approfondimenti
Per approfondimenti e contestualizzazioni, rinnovo l’invito a un confronto diretto: trovi QUI i miei riferimenti di contatto.
Nei prossimi post darò vari suggerimenti perl’utilizzo delle mappe mentali e della kanban board, come strumenti di visual thinking per affrontare questa situazione .
(… segue la parte 2/3)
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… quando devi ottimizzare gli spostamenti all’esterno perchè l’ultimo Decreto Coronavirus parla chiaro e il motto #restiamoacasa è diventato un imperativo anche per te… ma… non trovi più la lista della spesa, cosa fai? In 1 minuto.. fai una mappa mentale e… torni a ricordare anche i particolari!
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Nel lontano 2008 ho completato la scrittura del mio libro “Costruire mappe per rappresentare e organizzare il proprio pensiero”, portato alle stampe con Franco Angeli Editore.
Certo ero convinto di aver scritto un buon libro sulle mappe, necessario per sistematizzare le conoscenze e utile per condividere le esperienze da me acquisite fino a quel momento.
Ammetto però che non prevedevo un riscontro di questa portata: 8 ristampe in 11 anni, senza interruzione.
Grazie a coloro che hanno scelto di studiare e approfondire gli spunti di quella pubblicazione; grazie soprattutto a coloro che, nel tempo, quegli spunti li hanno messi in pratica e li hanno divulgati ulteriormente!
Una lettrice del blog mi ha contattato con questa richiesta “Mi interessa comprendere a fondo il concetto di parola chiave e la sua individuazione”.
Ritengo sia utile condividere con voi la risposta che le ho fornito 🙂
… il discorso sarebbe piuttosto ampio e dipende molto dal contesto nel quale lo vorresti affrontare. Posso però anticiparti tre spunti:
ciascuna parola chiave è un termine che, quando poni l’attenzione su un certo argomento, emerge alla tua attenzione come rilevante/pertinente/significativa/rappresentativa. In genere quando rifletti su un tema, non ne trovi solo una e, delle molte che potresti individuare, ne scegli alcune, che ritieni siano le più pregne di significato. Ti faccio un esempio concreto, e prendo proprio l’argomento “parola chiave”: per me quattro parole chiave in tal senso utili sono proprio “Rilevante”, “Pertinente”, “Significativa”, “Rappresentativa”. Qualora volessimo fare una mappa mentale sul concetto “Parola chiave”, queste quattro parole chiave potrebbero benissimo essere quattro rami principali, che potremmo sviluppare ulteriormente con sottorami di 2° livello. N.B. nell’esempio che ti ho appena fatto, ho preso in considerazione il caso forse più evidente: quello delle “BOI”, ovvero dei rami di primo livello che, stando all’impostazione di Buzan, orientano la realizzazione di una mappa mentale; tieni conto che esisterebbero anche altri casi;
lo scopo nella individuazione delle parole chiave è anche quello di trovarle, ma soprattutto quello di cercarle. In tal senso è utile ricordare il motto “Cercando le parole si trovano i pensieri”, proprio per comprendere come l’obiettivo nella mappatura non è la mappa in sé, quanto l’attivazione di un processo di ricerca, che poi corrisponde all’attivazione delle funzioni cerebrali che sottendono alla creatività e alla memorizzazione
la tua scelta delle parole chiave sarà basata su un tuo criterio, più o meno soggettivo. Tieni conto che molto probabilmente sarebbero diverse da quelle che qualcun altro sceglierebbe sul medesimo tema. Ricorda, in primis, che non esistono parole chiave giuste o sbagliate:esistono solo parole chiave funzionali al processo mentale che stai seguendo; inoltre, che in ogni caso quelle da te individuate sul momento, saranno comunque modificabili strada facendo, mentre realizzi la tua mappa.
Nel fornire questi spunti sapevo bene dei limiti che presenta lo strumento mail.
Per questo credo possa essere utile anche per te approfittare del corso online gratuito che metto a disposizione delle risorse gratuite e di un’ulteriore opportunità: un mentoring gratuito, per riprendere e approfondire alcuni concetti emersi e dubbi che si sono presentati.
Tieni conto che posso offrire questa opportunità solo a 7 persone alla settimana.
Affrettati a prenotare! 😉
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Le mappe mentali ci offrono una percezione visuale delle nostre idee, sia mentre compaiono, sia mentre le connettiamo.
Questo ci consente di intervenire su diversi piani contemporaneamente: sul livello degli atteggiamenti che assumiamo, delle soluzioni che formuliamo, delle metodologie che utilizziamo, degli approcci che adottiamo nel nostro agire quotidiano.
Tutto ciò va ben oltre la rappresentazione d’impatto di idee, la memorizzazione efficace di nozioni, l’annotazione veloce di concetti; per questo possiamo considerare a tutti gli effetti le mappe mentali come linguaggi simbolici per affrontare il viaggio interiore.
Questa può essere un’anticipazione del mio intervento al Convegno di studio organizzato dall’Associazione Simbolica, dal titolo “Conosci te stesso – Linguaggi simbolici e viaggio interiore“, che si terrà Sab 26/10/2019 alle 15.15, presso la Sala conferenze del Banco Marchigiano a Civitanova Marche.
I quattro interventi saranno:
L’alfabeto del corpo: dal sintomo al messaggio – Marco Zazzeroni
Arte e linguaggi espressivi: la via del cuore – Patrizia Tartabini
Un linguaggio per sviluppare il pensiero: le mappe mentali – Alberto Scocco
I Tarocchi, linguaggio simbolico dell’anima – Barbara Malaisi
Intervenite numerosi!
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(Tempo di lettura 3 min circa)
Era il 1997 e stavo scrivendo la mia tesi sulla qualità nei processi di sviluppo del software quando vidi per la prima volta questa divertente immagine.
Ne rimasi colpito perché descriveva in modo allegorico quanto sia difficile far convergere il lavoro nei team : tutti devono contribuire allo stesso risultato, ma spesso ciascuno è condizionato dal proprio punto di vista, dalla propria esperienza, da vincoli e obiettivi non del tutto allineati.
Possiamo dire che tutti pensano a qualcosa per giocare con la forza di gravità e l’aria intorno? Qualcosa che sarà costruito con tavole, assi e corde? Che verrà realizzato con sega, forbici, martello, legno e chiodi? Sì, ma… il modo in cui questi elementi saranno combinati porta risultati molto diversi. Leggi tutto “Le mappe mentali per il lavoro in team”
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In questo post ti ho già parlato dei 10 vantaggi che caratterizzano gli strumenti online per creare mappe mentali digitali.
Per fare una scelta consapevole devi tener conto anche dei problemi che queste soluzioni possono presentare, soprattutto se vuoi utilizzarle in contesti professionali o aziendali.
Ti suggerisco una verifica preventiva di eventuali colli di bottiglia, seguendo questi 10 punti.
1. Gestione di uno storico di mappe
Se possiedi un archivio di mappe mentali digitali realizzate con un altro strumento, l’utilizzo con una soluzione web-based potrebbe non essere agevole.
Potresti trovare infatti problemi sia in termini di conversione dal vecchio formato al nuovo formato, sia di collegamento mediante link tra documenti o mappe diverse.
2. Riutilizzo della galleria di mappe
In pratica si tratta del problema contrario rispetto alla gestione dello storico: una volta realizzata una galleria di mappe mentali digitali sul server remoto, potrebbe non essere affatto agevole (oppure essere impossibile) scaricarle per riutilizzarle con un’altra soluzione di mapping.
3. Limitazioni nelle funzioni di import/export
Le funzioni di importazione e di esportazione verso altri formati sono sempre il tallone di Achille dei software, ma questo problema con le applicazioni online si presenta in modo strutturale poiché, tra l’altro, i file risiedono sul server remoto.
Le conversioni di formato sono spesso limitate ai formati principali (ad es. Freemind o MindManager) e alle modalità usuali (ad es. Immagine, Struttura XML, Testo DOC).
4. Affidabilità della connessione remota
la fruibilità dell’applicazione online dipende strettamente dalla bontà della connessione dati, sia verso l’esterno, sia all’interno della propria rete locale.
Se intendi utilizzare le mappe in remoto devi tener conto anche di questo fatto e delle diverse prestazioni nelle varie connessioni: la caduta della connessione nella migliore delle ipotesi comporta un ritardo nel salvataggio della mappa, nel peggiore dei casi porta alla perdita della mappa stessa.
5. Limitazioni nella connettività della rete
In alcune reti il traffico dati potrebbe essere bloccato o rallentato per ragioni di sicurezza da/verso alcune tipologie di applicazioni web-based.
Alcuni filtri sulle porte del firewall aziendale o alcuni controlli dell’antivirus potrebbero impedire il funzionamento dell’applicazione online.
6. Policy per la riservatezza dei dati
In un’applicazione online le elaborazioni avvengono sempre su un server che è di proprietà di terzi e solo raramente i file non sono memorizzati in remoto sul cloud.
Se nella tua realtà aziendale è importante avere il controllo completo delle elaborazioni e dei file, questa caratteristica potrebbe violare le politiche sulla riservatezza delle informazioni.
7. Acquisizione di nuove soluzioni
In alcune realtà potrebbero essere già presenti nella dotazione aziendale delle soluzioni preposte al disegno di mappe e rappresentazioni grafiche.
In questi casi è importante verificare se l’acquisizione di altre soluzioni è possibile, o se ci sono vincoli aziendali sull’integrazione delle dotazioni ICT.
8. Estensione dell’accesso e degli account
Per sistematizzare la collaborazione all’interno di un team di lavoro è necessario prevedere l’acquisto di un account per ciascun membro.
Questo fatto viene spesso sottovalutato anche per le soluzioni off-line e va tenuto in conto, soprattutto se si prevede un utilizzo sistematico ed esteso delle mappe mentali digitali.
9. Difficoltà di stampa
La stampa delle mappe mentali digitali spesso è macchinosa anche nelle soluzioni off-line, ma stampare con un’applicazione web-based può essere particolarmente complicato.
In genere si ricorre a una esportazione, in formato PDF/JPEG/PNG, per poi stampare mediante un’altra applicazione installata off-line.
10. Limitazione nell’integrazione con altri strumenti
Anche semplici operazioni come il taglia/copia/incolla da un’applicazione all’altra, che sono assolutamente normali utilizzando soluzioni software off-line, potrebbero essere molto limitate o del tutto impossibili.
E’ il caso di oggetti grafici o di testo copiati da suite quali MS Office, Libre Office o WPS Office, che possiedono un formato proprietario e che potrebbero presentare delle incompatibilità con l’applicazione web-based.
Considerazioni finali
Mentre per un tuo utilizzo individuale i problemi possono essere limitati e un test può essere compiuto con leggerezza tenendo conto dei vantaggi indicati nel precedente post , nel caso tu stia valutando una soluzione aziendale sarà importate tener conto di questi fattori, per evitare spiacevoli sorprese in un secondo momento.
La lista qui sopra puoi dunque considerarla come una check list, che ti guida nell’individuazione delle criticità.
Fammi sapere con un commento o con un messaggio se questo post ti è stato utile: se hai domande, ben vengano!
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