Mappe mentali, “thinking routines” e “Make Learning and Thinking Visible” (parte 1)

(Tempo di lettura medio 2min)

(L’immagine è parte di una presentazione Prezi realizzata da Rachel Mainero)

Quella delle “thinking routine” è una metodologia sempre più diffusa, che sottende all’idea di un apprendimento efficace, innovativo, partecipativo e visuale.

Si tratta di un compendio di strumenti utili sia all’insegnante, sia allo studente, per approcciare varie situazioni in modo strutturato.

Il paradigma generale è quello del MLTV: Make Learning and Thinking Visible.

Poichè questo paradigma accomuna le Thinking routine alle mappe mentali, vorrei fare qualche considerazione su alcune di esse.

La routine “See / Think / Wonder”

La prima routine che prendo in considerazione è la “See / Think / Wonder” (nell’immagine in copertina è quella che si trova a ore 13, indicata con un occhio): una delle più conosciute e utilizzate.

Nell’utilizzare questo strumento, il docente sceglie un’immagine evocativae la mostra ai suoi studenti, dandogli in sequenza tre diversi mandati:

  1. SEE: dire cosa oggettivamente sto vedendo?
  2. THINK: quali ipotesi posso fare in merito a quanto sto vedendo?
  3. WONDER: che domanda vorrei fare alla luce di quello che è emerso?

Nella sua semplicità si tratta di uno strumento molto potente poiché, attraverso la libera espressione e il confronto tra i partecipanti, consente di far emergere idee nuove, spostare il punto di vista, attivare il dialogo e l’attenzione, intervenire sulle dinamiche relazionali tra studenti.

Il punto cardine dell’intero processo è la possibilità di rendere visibile il pensiero, sia in termini di contenuti, sia in termini di processo: ciascuno fornisce il proprio contributo, tassello dopo tassello, per realizzare un quadro che potrà essere osservato complessivamente e nello specifico.

Il nesso tra la thinking routine See / Think / Wonder e la mappa mentale

Trovo che esista un interessante nesso tra la thinking routine See / Think / Wonder e quanto le mappe mentali consentono di fare in modo nativo, coniugando evocatività ed espressività in modo più o meno marcato, a seconda della situazione.

Come nella routine See / Think / Wonder, anche davanti a una mappa mentale (specie se disegnata su carta) è necessario:

  • consultare, rilevando sia il quadro complessivo, sia i singoli dettagli
  • avanzare ipotesi in merito a singoli elementi della mappa, oppure intere sezioni
  • formulare domande di approfondimento, proprio laddove maggiore è l’evocatività introdotta dall’autore.

In questo senso l’utilizzo della mappa mentale rientra a pieno titolo nel paradigma “Make Learning and Thinking Visible“.

La mappa mentale però consente di fare anche di più:

  • poiché la mappa mentale presenta un mix di evocatività ed espressività, l’autore può modulare questi due fattori a beneficio di chi la consulta, fornendo stimoli mediante sia elementi percettivi, sia cognitivi. Questo permette di utilizzare la mappa mentale anche per dare direzioni, fornire suggerimenti, presentare chiavi interpretative, senza però eccedere con descrizioni troppo didascaliche
  • mentre realizza la sua mappa, l’autore affronta continuamente per sè stesso i punti della routine See / Think / Wonder, riflettendo sul processo che sta mettendo in atto.

In altri post presenterò riflessioni su altre routine proposte dal paradigma MLTV “Make Learning and Thinking Visible”.

La proposta

Se conosci la thinking routine “See /Think / Wonder” , oppure più in generale il paradigma “Make Learning and Thinking Visible”, sarei curioso di sapere nei commenti cosa ne pensi e come li stai utilizzando.

Volentieri mi confronterei con te 🙂

© 2023 Le mappe del pensiero
Tutti i diritti di utilizzo del materiale in queste pagine sono riservati in tutte le forme, salvo per loghi e marchi dei quali si riconosce la proprietà ai rispettivi titolari